Le mamme non dovrebbero lavorare. Ecco l'ho detto.
Mi rendo conto, però, che il contesto nel quale viviamo non mette le donne nelle condizioni di poter scegliere serenamente se continuare a lavorare o meno. Però, sono anche consapevole del fatto che per le mamme che vogliano o debbano preseguire il loro percorso professionale siano ben pochi i servizi e gli aiuti.
A questo proposito mi sembra interessante segnalare un sito, Moms@work, che offre il primo servizio di intermediazione del lavoro tagliato su misura per mamme, che da un lato aiuta le donne a rientrare o a ridefinire la loro posizione dopo una maternità e dall’altro offre servizi di recruitment e consulenza specializzata alle aziende interessate al lavoro flessibile.
Se invece decideste di andarvene dall'Italia in cerca di un paese più rispettoso di mamme, bambini e famiglie vi invito a dare un'occhiata all'infografica sotto che indica quali siano le migliori città negli USA per le mamme lavoratrici.
Cliccate sulle varie icone per trovare le città al top:
PS: parlando di mamme che lavorano non dimentico che dovrebbero esistere anche più babbi casalingh...
martedì 23 marzo 2010
venerdì 19 marzo 2010
Piccoli dittatori
Quante volte avete sentito dire che fin da bebè i figli monopolizzano la vita familiare, che sono prepotenti, che sono degli accentratori, che non hanno pietà dei genitori?
Insomma, si parla di teneri neonati come fossero spietati dittatori.
L'artista danese Nina Maria Kleivan ha cercato di esprimere questo concetto con delle foto che rappresentano sua figlia travestita come i più famigerati tiranni della storia dell'umanità.
Vedrete di seguito la piccola Faustina travestita da: Hitler, Mao, Mussolini e Stalin.




Beh io penso che i neonati facciano benissimo a imporsi come spietati satrapi, approfittando della loro (apparente) condizione di fragilità e debolezza: hanno tutta la vita davanti per impararare ad essere tolleranti e democratici.
Insomma, si parla di teneri neonati come fossero spietati dittatori.
L'artista danese Nina Maria Kleivan ha cercato di esprimere questo concetto con delle foto che rappresentano sua figlia travestita come i più famigerati tiranni della storia dell'umanità.
Vedrete di seguito la piccola Faustina travestita da: Hitler, Mao, Mussolini e Stalin.




Beh io penso che i neonati facciano benissimo a imporsi come spietati satrapi, approfittando della loro (apparente) condizione di fragilità e debolezza: hanno tutta la vita davanti per impararare ad essere tolleranti e democratici.
domenica 28 febbraio 2010
Padri e pannolini
Nel rapporto fra padri e pannolini c'è molto di antropologico, sociologico e culturale.
Il pannolino è una cartina tornasole che segna le differenze fra donne e uomini, fra uomini di diverse generazioni e fra uomini fra loro contemporanei.
Fino a pochi anni fa un padre che cambiasse un pannolino avrebbe perso le sue prerogative virili, un capofamiglia non avrebbe mai potuto preoccuparsi del patello. Nè una donna, madre e moglie di altri tempi si sarebbe azzardata a chiedere aiuto per cambiare un neonato.
Non credo che fossero babbi pigri o schizzinosi, doveva essere proprio una questione di ruoli, di regole non scritte ma così forti da modellare l'organizzazione sociale e familiare del tempo.
Per i papà del terzo millenio è un po' diverso, tutti hanno cambiato un pannolino, alcuni lo fanno sempre, altri hanno dovuto negoziare l'ingrato compito con altre mansioni. Il mondo è cambiato, e con esso il fatto che padri e madri hanno gli stessi doveri di fronte a un bebè da cambiare.
Se, però, l'atto di cambiare il pannolino ha segnato una effettiva parità altrettanto non si può dire per tutto ciò che ruoto ad esso. Per esempio, non conosco padri che scelgano quale pannolino comprare, che ne conoscano taglie, prezzi, pregi o difetti delle varie marche. Tutto l'aspetto "intellettuale" che determina la scelta del patello non sfiora la mente maschile.
Io non faccio differenza, anche io sono un operaio del pannolino. Tolgo e metto, punto. Le strategie le fa la iMamma.
A breve la Baby avrà una sorellina, i pannolini raddoppieranno e forse sarà opportuno che anche io aumenti le mie competenze in fatto di pannolini...
mercoledì 17 febbraio 2010
Bambini e alimentazione: i danni del cibo spazzatura
Ho da poco scritto un post nel quale esprimevo lo scoramento per le sorti del nostro Paese e la scarsa serenità nel farci nascere e crescere dei figli, ma nel prendere atto dello sfacelo in corso devo anche considerare alcuni dei lati positivi del vivere in Italia.
Senza essere particolarmente originale citerò l'alimentazione, la cultura del cibo che permette - o per lo meno ha permesso - di crescere bambini sani, di non avere l'obesità come piaga diffusa con impatti devastanti sul sistema sanitario e sul tessuto scociale.
Altrove non è così e faremmo bene a renderci conto quanto importane sia il nostro patrimonio di cultura e tradizoni legati alla qualità nel mangiare.
Vi invito a guardare il video, tratto dalle conferenze di TED, in cui Jamie Oliver racconta la drammatica (e non c'è enfasi in questo aggettivo) situazione relativa all'obesità, soprattutto a quella infantile.
Per chi non volesse vedere il video (ne vale la pena, davvero!) provo a riportare alcuni punti che mi hanno davvero impressionato:
Alla luce di queste considerazione mi viene in mente un'altra delle tante cose per le quali devo ringraziare ogni mattina la iMamma che cucina in continuazione e a qualsiasi ora (pur lavorando), che prepara ogni giorno pappe fresche e diverse alla Baby, che non cede agli omogeneizzati e che fa mangiare le verdure a quel testone di suo marito.
Senza essere particolarmente originale citerò l'alimentazione, la cultura del cibo che permette - o per lo meno ha permesso - di crescere bambini sani, di non avere l'obesità come piaga diffusa con impatti devastanti sul sistema sanitario e sul tessuto scociale.
Altrove non è così e faremmo bene a renderci conto quanto importane sia il nostro patrimonio di cultura e tradizoni legati alla qualità nel mangiare.
Vi invito a guardare il video, tratto dalle conferenze di TED, in cui Jamie Oliver racconta la drammatica (e non c'è enfasi in questo aggettivo) situazione relativa all'obesità, soprattutto a quella infantile.
Per chi non volesse vedere il video (ne vale la pena, davvero!) provo a riportare alcuni punti che mi hanno davvero impressionato:
- l'aspettativa di vita dei bambin americani oggi è di 10 anni inferiore a quella dei loro genitori a causa del cibo
- l'obesità costa al sistema sanitario 150 miliardi di $. Tale spesa è destinata a raddoppiare in 3 anni.
- nei menu delle scuole le patatine fritte sono considerate verdure
- molti mabini in USA e in UK non consocono neanche i nomi di molte verdure. Guardano una melanzana e pensano sia una pera. Chiamano patate i pomodori.
- in tantissime scuole americane non si usano le coltelli e forchette. Così faceno si crea una sorta di educazione al concetto di fast food
- nelle famiglie americane non si cucina, si manga junk food sempre.
- 4 fra le prime 6 cause di mortalità negli USA sono correlate all'alimentazione
Alla luce di queste considerazione mi viene in mente un'altra delle tante cose per le quali devo ringraziare ogni mattina la iMamma che cucina in continuazione e a qualsiasi ora (pur lavorando), che prepara ogni giorno pappe fresche e diverse alla Baby, che non cede agli omogeneizzati e che fa mangiare le verdure a quel testone di suo marito.
venerdì 12 febbraio 2010
E' giusto crescere i nostri figli in Italia?
Osservo il disfacimento di questo Paese e mi pongo una domanda banale e proprio per questo atroce:
ma è giusto far crescere mia figlia in Italia?
Se penso al futuro dei nostri bambini non posso che farlo a tinte fosche:
qui si preferiscono i furbi e i simpatici agli onesti e ai seri
qui le madri non hanno diritti, aiuti o agevolazioni
qui la scuola non interessa a nessuno e si vuole cancellare la geografia perchè tanto c'è Google Maps
qui gli eroi (che per i bimbi sono importanti) sono i cattivi
qui la famiglia la si difende con slogan ma non esisotno piani e programmi per farlo davvero
qui l'educazione è considerata una vezzo da snob
Insomma che senso ha fare crescere dei figli in un contesto che si deteriora giorno dopo giorno?
Di seguito un estratto dal film "La meglio gioventù" che sposa appieno il mio sentimento che, forse purtroppo, non si è ancora tradotto in azione
ma è giusto far crescere mia figlia in Italia?
Se penso al futuro dei nostri bambini non posso che farlo a tinte fosche:
qui si preferiscono i furbi e i simpatici agli onesti e ai seri
qui le madri non hanno diritti, aiuti o agevolazioni
qui la scuola non interessa a nessuno e si vuole cancellare la geografia perchè tanto c'è Google Maps
qui gli eroi (che per i bimbi sono importanti) sono i cattivi
qui la famiglia la si difende con slogan ma non esisotno piani e programmi per farlo davvero
qui l'educazione è considerata una vezzo da snob
Insomma che senso ha fare crescere dei figli in un contesto che si deteriora giorno dopo giorno?
Di seguito un estratto dal film "La meglio gioventù" che sposa appieno il mio sentimento che, forse purtroppo, non si è ancora tradotto in azione
martedì 9 febbraio 2010
Carnevale: le foto di Cynthia Perez

Le foto di questi bambini travestiti da carnevale sono un piccolo assaggio della collezione della fotografa messicana Cynthia Perez specializzata nei ritratti di bambini.

Vi invito a visitare il suo sito e dare un'occhiata ai suoi lavori.

Quando iniziano a parlare i bambini?

Quante parole dice la Baby?
Riesce a mettere insieme 2 parole?
Chi le sta intorno capisce cosa vuole dire?
Capisce quello che le dico?
Non che sia particolarmente preoccupato, ma credo che a quasi 18 mesi sia necessario fare un punto della situazione, capire a che punto siamo ed eventualmente intervenire.
Il problema è capire se esistono degli standard per determinare se lo sviluppo orale è in linea con una data età o meno.
Il New York Times ha recentemente un articolo su questo tema segnalando il sito della American Speech-Language-Hearing Association perchè fornisce una sorta di guida con le varie tappe che i bambini dovrebbero rispettare nei primi 3 anni di vita. Questi i range osservati: 0 -1 anno; 1 -2 anni; 2 -3 anni; 3 -4 anni; 4 -5 anni.
Per esempio i bambini fra i 12 e 24 mesi dovrebbero saper:
indicare una parte del corpo se viene loro indicata
eseguire semplici comandi ("dai una bacio alla mamma", "portami la palla", "dove la tua scarpina?")
Ascoltare semplici storielle e canzoni
Indicare un'immagine su un libro quando nominata
Dire nuove parole ogni mese
Comporre domande di due parole
mettere insieme due parole ("ancora biscotti")
Bisogna fare attenzione a questi indicatori ma è importantissimo evitare di spuntare questo elenco e apsettarsi che ogni punto venga rispettato: si tratta di indicazioni che rappresentano in media ciò che fa la maggior parte dei bambini di una certa età. Alcuni bambini saranno più avanti in alcune categorie e più lenti in altre. E' ben specificato sul sito che il fatto che vostro figlio non abbia completato l'elenco non vuiol dire che abbia dei problemi. Il campanello d'allarme potrebbe suonare se il piccolo non fa nessuna delle cose elencate trovandosi pur essendo al limite massimo del range di età (in questo caso 24 mesi).
Vengono anche forniti consigli (per lo più di buon senso) per aiutare i bambini a sviluppare le loro capacità.
In estrema sintesi si invita a concentrarsi prima che sulla parola sull'udito dei vostri gigli. In seconda battuta le raccomandazioni sono quelle di parlare e leggere loro e ascoltarli, sempre.
lunedì 8 febbraio 2010
Oh mio babbino caro (non sarò un padre geloso)
Ecco il mio mantra: farò di tutto per non essere un padre geloso e possessivo. Rispetterò gli spazi e le decisioni di mia figlia e saprò apprezzare la sua indipendenza e autonomia. Me lo ripeto sempre e lo scrivo qui a futura memoria.
Al di là dei buoni propositi, mi rendo conto che la storia delle figlie e dei padri è fatta di contrasti soprattutto in tema di cuore. Per esempio, Maria Callas intepreta perfettamente il sentimento di una figlia che chiede al babbo appaggio per le sue scelte d'amore.
Si tratta di "Oh mio babbino caro" un'aria dell'opera "Gianni Schicchi" di Giacomo Puccini.
Ecco il testo:
O mio babbino caro,
Mi piace è bello, bello;
Vo' andare in Porta Rossa
a comperar l'anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
E se l'amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!...
Ecco, vorrei proprio evitare che la Baby possa arrivare a dover fare certe suppliche a causa della mia ottusità. Ma credo che non ci sarà problema... perchè sono certo che la Baby riuscirà sempre a convincermi, a strapparmi un si e a farmi sorridere anche quando mi dovrei arrabbiare.
Al di là dei buoni propositi, mi rendo conto che la storia delle figlie e dei padri è fatta di contrasti soprattutto in tema di cuore. Per esempio, Maria Callas intepreta perfettamente il sentimento di una figlia che chiede al babbo appaggio per le sue scelte d'amore.
Si tratta di "Oh mio babbino caro" un'aria dell'opera "Gianni Schicchi" di Giacomo Puccini.
Ecco il testo:
O mio babbino caro,
Mi piace è bello, bello;
Vo' andare in Porta Rossa
a comperar l'anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
E se l'amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!...
Ecco, vorrei proprio evitare che la Baby possa arrivare a dover fare certe suppliche a causa della mia ottusità. Ma credo che non ci sarà problema... perchè sono certo che la Baby riuscirà sempre a convincermi, a strapparmi un si e a farmi sorridere anche quando mi dovrei arrabbiare.
venerdì 5 febbraio 2010
La pipì e la popò sotto forma di peluche
Tempo avevo dedicato un post agli assurdi virus peluche. Credevo che di aver toccato il massimo del trash in tema di pupazzi. Mi sono dovuto ricredere.
Durante un recente viaggio nella civilissima Svezia ho avuto modo di scovare - in un bel negozio di design - gli imperdibili peluche dedicati alla pipì e alla popò.
Giuro, è tutto vero e testimoniato dalle foto da me stesso scattate.

Ho cercato di pensare perchè un genitore, uno zio, un amico debba prendersi la briga di comprare e regalare questi oggetti orrendi, ma non mi sono potuto dare alcuna risposta.
Mi aiutate?
Durante un recente viaggio nella civilissima Svezia ho avuto modo di scovare - in un bel negozio di design - gli imperdibili peluche dedicati alla pipì e alla popò.
Giuro, è tutto vero e testimoniato dalle foto da me stesso scattate.

Ho cercato di pensare perchè un genitore, uno zio, un amico debba prendersi la briga di comprare e regalare questi oggetti orrendi, ma non mi sono potuto dare alcuna risposta.
Mi aiutate?
domenica 31 gennaio 2010
Thomas Balmes: documentari sulla nascita e l'infanzia

Thomas Balmes è un noto documentarista che dopo numerose esperienze internazionali ha deciso di approfondire temi relativi alla nascita e alla prima infanzia.
E' autore de "Il primo respiro", un documentario che esplora l'unicità e straordinarietà del momento in cui viene al mondo un bambino indipendentemente dalla latitudine in cui questo miracolo accade.
Nella primavera di quest'anno sarà disponibile il nuovo documentario che si preannuncia imperdibile: si chiama "Babies" e seguirà la vita di 4 bambini dal momento della nascita ai primi passi.
La peculiarità di Babies è che i 4 bambini appartengono a 4 luoghi della terra completamente diversi fra loro. I protagonisti sono:
- Ponijao che vive con la sua famiglia a Opuwo, un villaggio in Namibia
- Bayarjargai dalla Mongolia
- Mari, bambina giapponese di Tokyo
- Hattie, americanissimo bebè di S. Francisco
Lo scopo del documentario è quello di testimoniare le differenze nelle quali nascono e crescono questi bambini, ma anche quanto siano - allo stesso tempo - esistenze per lo più identiche nonostante l'ambiente circostante e le diverse culture.
Ecco il bellissimo trailer, da guardare fino alla fine...:
DI seguito anche il trailer de "Il primo respiro":
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