Il pannolino è una cartina tornasole che segna le differenze fra donne e uomini, fra uomini di diverse generazioni e fra uomini fra loro contemporanei.
Fino a pochi anni fa un padre che cambiasse un pannolino avrebbe perso le sue prerogative virili, un capofamiglia non avrebbe mai potuto preoccuparsi del patello. Nè una donna, madre e moglie di altri tempi si sarebbe azzardata a chiedere aiuto per cambiare un neonato.
Non credo che fossero babbi pigri o schizzinosi, doveva essere proprio una questione di ruoli, di regole non scritte ma così forti da modellare l'organizzazione sociale e familiare del tempo.
Per i papà del terzo millenio è un po' diverso, tutti hanno cambiato un pannolino, alcuni lo fanno sempre, altri hanno dovuto negoziare l'ingrato compito con altre mansioni. Il mondo è cambiato, e con esso il fatto che padri e madri hanno gli stessi doveri di fronte a un bebè da cambiare.
Se, però, l'atto di cambiare il pannolino ha segnato una effettiva parità altrettanto non si può dire per tutto ciò che ruoto ad esso. Per esempio, non conosco padri che scelgano quale pannolino comprare, che ne conoscano taglie, prezzi, pregi o difetti delle varie marche. Tutto l'aspetto "intellettuale" che determina la scelta del patello non sfiora la mente maschile.
Io non faccio differenza, anche io sono un operaio del pannolino. Tolgo e metto, punto. Le strategie le fa la iMamma.
A breve la Baby avrà una sorellina, i pannolini raddoppieranno e forse sarà opportuno che anche io aumenti le mie competenze in fatto di pannolini...
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