venerdì 17 aprile 2009

Congedo di paternità e babbi casalinghi

Tutte le volte che ho avuto l'occasione e la fortuna di passare delle giornate intere con la Baby mi sono chiesto se sarei in grado di sostituirmi in toto alla iMamma. Sarebbe ipotizzabile che sia io quello che prende il congedo di paternità e che si occupa al 100% della bambina? Sarebbe un modello giusto per gli equilibri familiari e per la crescita della piccola? Lo vorrei veramente?

Ho provato a capire cosa fanno altri padri, in Italia e in Inghilterra.

Per quanto riguarda il nostro sgangherato Paese, l'idea che mi sono fatto è che se qualcosa sta cambiando non è grazie a una mutazione culturale o per una genuina tensione verso la modernità anche dei modelli familiari. I cambiamenti in atto sono - tristemente - una reazione al difficile momento economico che stiamo attraversando e alla totale mancanza di servizi pubblici a disposizione delle famiglie con figli piccoli.
Non esistono politiche per la famiglia, non esistono incentivi reali come accade in Francia o Germania, esistono solo le misure miopi, ottuse e populiste tipo il bonus bebè. A questo punto, è naturale che ogni nucleo famigliare sia costretto a organizzarsi come può, per necessità e non per scelta.

Una delle conseguenze della crisi econimica in atto è che l'occupazione maschile sia in contrazione (- 0,8% su base annua) al contrario di quella femminile (+ 0,3%) che parrebbe essere in netta ripresa, stando a una ricerca dell'Istat ripresa oggi dai quotidiani. Il che, tradotto nel menage familiare, significa babbi a casa e mamme al lavoro. Naturalmente l'Istat ci ricorda che nonostante la crescita, l'occupazione femminile in Italia è ben lontana dagli standard europei...

Parlando di padri che hanno preso volontariamente il congedo di paternità, ci sono dei dati dell'INPS che affermano che nel 2008 in Lombarida sono stati 4 su 100 i papà che hanno deciso di stare a casa la posto delle mamma.

Depresso dai soliti nostrani scenari tetri, provo a guardare cosa succede nella civile Inghilterra e più in particolare nella moderna Londra prendendo sputno da una articolo di Economist che parla degli "stay at home dads", cioè i papà che hanno scelto occuparsi esclusivamente di casa e figli, lasciando a mogli e compagne il compito di andare al lavoro.

Il quadro che esce dal reportage è che questi padri casalinghi (stiamo parlando di trentenni che in origine avevano buone occupazioni e che hanno preso questa decisione liberamente e non costretti da contingenze o difficoltà) siano soddisfatti delle loro vite, ma che comunque sentano il peso di sfidare una convenzione sociale che persiste anche nel, pur avanzato, modello anglosassone.

Spesso questi padri si trovano a essere soli in contesti occupati da tutte donne: sono gli unici ad andare alle riunioni dei genitori all'asili, sono gli unici a guardare le lezioni di nuoto e sempre gli unici a portare i bambini al parco un tranquillo martedi mattina.

Ci sono, poi, altri problemi di natura sociale: i casalinghi, per esempio, possono avere delle difficoltà quando sono insieme ad altri uomini perchè perdono uno dei tipici argomenti di conversazione mschili: il lavoro. Gli uomini tendono a definirsi e a collocarsi in un contesto sulla base della loro professione, essere casalinghi sembrerebbe essere fuori da qualsiasi codice ad oggi accettato...

Poi ci possono scompensi e disequilibri all'interno della coppia: un uomo e una donna possono, per esempio, avere una diversa percezione del concetto di pulizia o di ordine, quindi affiorano degli attiriti per come il papà gestisce la conduzione della casa.

Alcuni di questi padri sanno che la loro occupazione di "casalinghi" è momentanea e che terminerà nel momento in cui i loro figli cresceranno ed inizieranno la fase scolare e quindi si organizzano questo break professionale. Alcuni si preparano per i test di ammissione ai master, altri seguono corsi di aggiornamento professionale o valutano opportunità ed investimenti per iniziare una attività in proprio. Rimane, comunque, una preoccupazione sottotraccia per quello che sarà il dopo.

In generale il modello sembra funzionare, pur con tutte le difficoltà tipiche degli esperimenti e delle realtà non convenzionali. A supportare questi babbi-pionieri esistono poi delle associazioni attive nel dare sostegno "operativo" a questi papà.

Il fenomeno, per quanto nuovo, non va assolutamente considerato marginale: uno studio dell'ente governativo inglese "Office for National Statistics" dichiara l'esistenza di circa 190.000 stay at home dad, cioè circa 1 ogni 11 padri inglesi.

mercoledì 15 aprile 2009

Lettino per neonati

Questo acquisto impossibile mi mancava proprio, e devo ammettere che va ad arricchire la lunga lista degli oggetti del desiderio che rimarranno tali.

Sono talmente emozionato che non riesco a trovare le parole per descriverlo, dunque lascio parlare le immagini



Il capolavoro si chiama Luxury Nursery, se volete approfondire provate qui.

mercoledì 8 aprile 2009

Acquaticità per neonati

La iMamma ed io siamo convinti che sarebbe una gran bella cosa far fare alla Baby un corso di acquaticità per neonati.

Ho trovato un bellissimo video che racconta di uno di questi corsi: bello davvero.

domenica 5 aprile 2009

Istruzioni della settimana: controllare il pannolino

Le istruzioni di questa settimana sono di importanza strategica fondamentale vi permetteranno di imparare il modo corretto di controllare lo stato del pannolino delle vostre creature.

Sapere cosa c'è nel pannolino è importantissimo: solo conoscendone il contenuto sarete in grado di decidere se fare il bel gesto e dire "cara non ti preoccupare lo cambio io il piccolo" oppure schivare la pallottola e lasciare il dirty job alle mamme.


Guardate le immagini e memorizzate...

venerdì 3 aprile 2009

Libri: Fun Home

Sto cercando nella letteratura storie che raccontino il rapporto padre/figlia.

Per caso (fra i libri della iMamma) ho trovato "Fun Home. Una tragicommedia familiare", graphic novel di Alison Bechdel che mi ha conquistato per originalità, ricchezza di riferimenti e citazioni, ma soprattutto, per la capacità di trattare in modo sereno e delicato un tema che potrebbe disorentare i più. Si racconta, infatti, del difficile rapporto fra una figlia lesbica e un padre gay che troverà un equilibrio solo quando i due si dichiareranno reciprocamente di essere omosessuali.

Divertente e istruttivo, mi sento di consigliarlo anche a chi come me non è abituato a leggere graphic novels e fumetti. Lo amerà chi non ama gli ipocriti e i finti ben pensanti.

Per acquistarlo online provate qui.

Buona lettura

PS: qualsiasi consiglio su libri che parlino di padri e figli/e è il benvenuto!

Welcome Leonardo

Il 22 marzo è nato Leonardo!


Complimenti a Carlotta e Alessandro (e scusate per il ritardo...)