giovedì 16 luglio 2009

Facebook, che paura!

La nostra generazione ha il compito di sviluppare, strutturare e organizzare il mondo digitale in modo che i nativi digitali possano accedervi fin dalle più tenere età massimizzando i vantaggi che se ne possono trarre e minimizzandone i rischi.

Come in qualsiasi fenomeno sociale, credo che più che leggi e regole serviranno cultura, educazione, innovazione e apertura mentale. Escludo che faremo un favore ai nostri figli limitando le potenzialità del web, chiudendo dei siti o cercando di rallentare un fenomeno che è inarrestabile.
E' forse servito bruciare i libri qualche secolo fa?

Come genitori, educatori o legislatori, faremmo meglio innanzitutto a conoscere bene l'oggetto delle nostre ansie, dovremmo studiare questi fenomeni per capire cosa è una minaccia e cosa è una opportunità.

Dall'esempio nel video, mi sembra che si preferisca ancora una volta demonizzare piuttosto che sforzarsi di capire.



All'On Carlucci direi che Facebook è un fenomeno che, ci piaccia o no, interessa e coinvolge oltre 10 milioni di Italiani creando quindi uno spaccato statisticamente rappresentativo della nostra società. Società nella quale, putroppo, ci sono anche i pedofili.
Ricorderei alla On Carlucci che i pedofili saranno su Facebook, ma come la cronoca dimostra sono da sempre nelle famiglie, negli asili, nelle scuole, nei centri sportivi e nelle parrocchie, solo per fare degli esempi.

Allora cosa dobbiamo fare? Chiudere le scuole perchè il professore potrebbe essere un pervertito? Non far vedere i nostri figli ai nostri amici e parenti perchè magari lo zio Pino è un mostro? Non mandare i nostri figli in chiesa perchè di preti pedofili è pieno il mondo? Non farli giocare nella squadretta di calcio perchè l'allenatore potrebbe avere attenzioni strane?

O forse dovremmo conoscere e capire al meglio gli ambienti (reali e virtuali) nei quali i nostri bimbi si trovano a vivere?

Altri post sui nativi digitali: bambini e tecnologia, bambini e internet

martedì 7 luglio 2009

Spot Evian Live Young

Non sempre amo gli spot in cui si fa intensivo uso di bimbi, ma questa animazione prodotta per lo spot della Evian mi ha fatto davvero sorridere.

Buona visione

giovedì 2 luglio 2009

Bambini e videogiochi

Sono il primo a difendere la tecnologia e a dire che non vada vista come una minaccia per i bambini. Normalmente.

I videogiochi sono fra i pochi intrattenimenti tecnologici che butterei seranamente dalla torre perchè sono convinto che tolgano molto - in termini di fantasia, creatività, educazione - e non diano proprio nulla.

Il video che segue è parte di uno studio chiamato "The Immersion Project" che valuta gli impatti della esposizione ai videogiochi e mostra lo stato ipnotico in cui cadono questi bambini.

Guardatelo tutto, inizialmente mi ha fatto sorridere poi mi ha decisamente impressionato.