mercoledì 19 maggio 2010

Il libro per genitori più venduto di sempre

Fra i primi trenta libri più venduti di sempre c'è un manuale dedicato alla cura e all'allevamento dei bambini.

Si tratta di "The Common sense book of baby and child care" di Benjamin Spock. Pubblicato nel 1943, questo testo è tradotto in quasi 40 lingue. Il titolo italiano è "Il Bambino: come si cura e come si alleva" edito da Antonio Vallardi Editore.

Stiamo parlando di un libro che ha venduto 50 milioni di copie e che continua ad essere letto da generazioni di genitori degli ultimi 60 anni.

Il segreto del successo di questo libro pare stia nella capacità di placare le ansie dei neo-genitori convincendoli che per crescere bene dei bambini non c'è niente di meglio del buon senso.

More about Il bambino

Tanto per darvi un'idea su come il libro del Prof. Spock si collochi fra i migliori bestseller della storia sappiate che:

La Bibbia: non c'è un numero certo, ma pare che si attesti fra 2,5 e i 3 miliardi di copie vendute

Le massime di Mao: fra 800 e 900 milioni

Il signore degli anelli: 150 milioni

10 piccoli indiani: 100 milioni

Il codice da Vinci: 80 milioni

Se volete avere un'idea chiara sui libri più venduti di sempre guardate qui




giovedì 13 maggio 2010

martedì 4 maggio 2010

Figli e Facebook

Una volta i genitori per manifestare il loro buon senso, e forse per farsi coraggio, pronunciavano frasi tipo: "mio figlio può invitare a casa tutti gli amici che vuole così lui sta a casa al sicuro e intanto noi vediamo chi frequenta e come passa il tempo".

Nel terzo millenio una parte importante della vita di relazione dei più giovani è divenuta digitale. I ragazzi non hanno più bisogno di ammassarsi in una cameretta per parlare, scambiare opinioni, dirsi segreti e flirtare. Oggi hanno a disposizione molteplici ambienti tecnologici per frequentarsi spesso all'oscuro dei genitori che non hanno idea di cosa (nel bene e nel male) possa fare un adolescente con un computer o un telefonino.

Esistono, però, mamme e babbi digitali che con umiltà e spirito pionieristico non si nascondono dietro al solito "ai nostri tempi i giovani avevano vite più sane", ma si sforzano di conoscere e capire il mondo fatto di bit abitato dai loro figli.
Per esempio, sono sempre più i genitori che si aprono un account su Facebook e si connettono ai loro figli. L'obiettivo è chiaro: cercano di sapere chi sono gli amici dei loro ragazzi, cosa si dicono fra loro, quali sono i luoghi che dicono di frequentare, come sono le foto scattate durante le loro feste e i video delle gite scolastiche.

Una recente ricerca condotta negli USA afferma che il 48% dei genitori è amico dei suoi figli su Facebook.

Attenzione però, non fatevi l'illusione di sapere tutto sulle vite dei vostri figli attraverso Facebook, infatti grazie ai raffinatissimi settaggi per la privacy offerti sarà molto semplice per i vostri piccoli fare in modo che voi vediate solo quello che loro desiderano...

Fra le mamme e i babbi americani sembrerebbe esserci anche incertezza su quale sia l'età giusta per registrarsi a un social network: la maggioranza dice intorno ai 16 anni, ma c'è un 8% di genitori che dice che anche 8 anni vanno bene.


Chiudo con un po' di domande:
E' giusto spiare i nostri figli mentre si relazionano ad altri (poco importa se on o off line)?
Qual'è il limite fra giusto controllo e intrusione nelle loro vite?
Frugare nei loro spazi digitali non è come spiare il loro diario?
Se voglio dei figli autonomi e indipendenti nella vita "reale" perchè non li devo volere tali anche sulla Rete?