per Natale vi regalo questa piccola chicca grazie alla quale potrete insegnare l'alfabeto ai vostri figli partendo dalle parole più significative della Rete.
Più le cose sono semplici, evidenti, chiare e giuste e più sembra difficile farle comprendere e condividere.
Un esempio su tutti: il non utilizzo della violenza sta alla base della convivenza civile. Tutti lo sappiamo e quasi tutti ci atteniamo a questa sacrosanta norma. Sappiamo bene che anche se qualcuno provoca la nostra collera non possiamo dargli un ceffone nè possiamo dare una pedata nel sedere a chi esibisce una straordinaria maleducazione.
Ma, c'è una eccezione: quando si parla di bambini è evidente come esista ancora il precocetto secondo il quale una sculacciata, una scapellotto o una sberla siano uno dei tanti metodi educativi praticabili. L'indecenza di picchiare, anche in modo leggero, i bambini è ad oggi tollerata sia culturalmente sia dalle leggi. Secondo alcune ricerche, un bambino su tre avrebbe avuto almeno una sculacciata e 87% dei genitori sarebbe favorevole perché "ogni tanto ci vuole".
Io credo si tratti di una bestialità e di un non-senso.
In Italia ci si riempie la bocca con il concetto di Famiglia, ma in concreto non ho mai sentito parlare di proposte di legge per vietare qualsiasi atto violento contro i bambini. E per atto violento intendo anche la sculacciata.
Tenete presente che, per esempio, in Svezia e in Germania le pene corporali sui bambini sono vietate della legge fin dagli anni Ottanta.
Edwige Antier è una parlamentare francese (anche pediatra e autrice di libri sui bambini) che si sta battendo per far passare una legge anti-sculacciatadi proponendo di creare un nuovo reato nel codice civile.
Anche in sede europea si stanno muovendo in questo senso infatti il Consiglio d'Europa aveva invitato tutti gli stati membri ad adottare leggi simili per proibire "schiaffi, sculacciate, pizzichi e altre punizioni corporali sui bambini". "I bambini vanno rispettati come tutti gli individui: non sono delle mini-persone, con dei mini-diritti" aveva allora detto Maud de Boer-Buquicchio, vice-segretario dell'organismo europeo, che aveva finanziato una campagna di sensibilizzazione dal titolo "Alza le mani contro la sculacciata!".
Million Mum è una bellissima iniziativa benefica che ha l'obiettivo di raccogliere fondi per combattere la piaga della morte in gravidanza o per parto.
Ancora oggi essere incinte rappresenta un pericolo e non una gioia per milioni di donne in tutto il mondo. Qualche numero per inquadrare il problema:
ogni minuto di ogni giorno, da qualche parte nel mondo, una donna muore per complicazioni in gravidanza o durante il parto.
Il 99% delle donne morte in queste situazioni si trovano in Paesi in via di sviluppo.
In Africa e in Asia mettere al mondo un figlio è la prima causa di mortalità per donne in giovane età.
Tutte queste morti generano circa 2 milioni di orfani che, senza le loro madri, moltiplicano fra le 5 e le 8 volte le probabilità si non superare l'anno di vita
L'80% delle morti per parto o gravidanza possono essere prevenute
Il modello familiare contemporaneo è sempre più bambino-centrico. Cerchiamo di modellare le nostre vite sulla base delle esigenze dei nostri figli, esigenze che vengono spiegate e documentate da sempre più numerose ricerche scientifiche che riescono ad esplorare ogni dettaglio della psicolgia dei bimbi. Ogni decisione viene presa partendo dalle necessità (reali o presunte) dei figli.
Quando però si parla di coppie gay, non si fa mai lo sforzo di analizzare l'argomento partendo dalla prospettiva dei bambini, ma lo si fa sempre valutando aspetti che hanno a che fare con la morale, la religione, la libertà individuale, le tradizioni.
Il fatto che non si facessero analisi scientifiche e statische su figli di coppie dello stesso sesso e su queste si cercasse di prendere una poszione poteva valere in passato quando i dati a disposizione erano scarsissimi. In primi studi sono iniziati negli USA negli anni '70 e si basavano su piccoli campioni. Già a fine Novanta i dati a disposizione del Census Bureau americano dicevano che 1 coppia di uomini omosessuali su 20 e 1 coppia di donne omossesuali su 5 stava allevando figli. In questi anni i numeri sono cambiati portando il rapporto a 1 su 5 per gli uomini e 1 su 3 per le donne. Oggi le coppie gay con figli negli Stati Uniti sono oltre 115.000 (Fonte U.C.L.A.).
L'ampiezza di questi numeri e il passare del tempo hanno permesso di condurre degli studi che analizzano come sono cresciuti i bambini e i ragazzi allevati in queste famiglie "non tradizionali". Di seguito alcune delle evidenze emerse. "Questi bambini stanno bene", così afferma Abbie Golderberg professoressa di filosofia della Clark University che ha scritto un libro "Lesbian and Gay Parents and their Children" dove racconta centinaia di casi di bambini di mamme lesbiche e papà gay. Gli studi non evidenziano differenze fra questi bambini e quelli cresciuti in famiglie tradizionali. Non c'è alcuna propensione a disordini psicologici, non hanno probelmi di inserimento e socializzazione a scuola e hanno amici come tutti gli altri.
Ci sono anche delle differenze: questi bambini sembrano essere più flessibili circa l'assegnazione dei ruoli secondo i generi. Le figlie di mamme lesbische dichiarano in una percentuale maggiore di preferire a lavori percepiti tipicamente come femminili (l'infermiera o la maestra) delle professioni che sembrano essere appannaggio degli uomini (per esempio l'avvocato). Anche la scelta dei giochi sembra essere più ampia e meno influenzata dal genere.
Una volta adulti i figli di coppie dello stesso sesso hanno una maggiore inclinazione a lavorare nel sociale, ad essere aperti alle minoranze.
Dai dati sembra emergere il fattoche le coppie dello stesso sesso creino delle famiglie dove i ruoli non vengono imposti sulla base del sesso, ma sulle attitudini del singolo individuo.
Vorrei prendere spunto da queste considerazioni perchè non sarebbe male crescere dei bambini meno ossessionati dal ruolo, più aperti verso le differenze e forse più intellettualmente liberi.
Mi permetto, infine, di segnalrvi un bellissimo blog di una coppia di babbi gay: Meet the Fosters. Il blog, putroppo, non è più attivo ma vale davvero la pena leggerne qualche post.
Sono molto emozionato, questa mattina ho un appuntamento con la bambina che verrà: la iMamma ho l'ecografia morfologica e naturalmente non posso mancare!
Questa cosa della eco morfologica ho idea che abbia più contenuti emotivi che scientifici, ma tant'è... mi ricordo che quando vidi la prima eco della Baby fu una emozione incredibile.
La iMamma mi è testimone: sono convitno del fatto che non possiamo educare e crescere i nostri figli sulla base dei ricordi di quando eravamo piccoli noi. Quello che facevamo o non facevamo noi da bambini e da ragazzini non è detto vada o non vada bene per questa generazione. Mi sofrzerò di cercare di capire cosa succede oggi, più che di ispirarmi a quanto si faceva ieri. Anche se questo mi costerà fatica e tribolazione interiore. Insomma, farà ridere, ma vorrei essere un babbo moderno e progressista, non un padre conservatore.
Detto questo, alle volte l'attualità è così misera e becera che mi domando fin dove sia opportuno essere aperti alle novità.
Un esempio recente: a Milano hanno pensato bene di aprire un centro estetico per bambini rigorosamente under 14. Questo tempio del benessere infantile è in grado di fornere ai piccoli clienti massaggi, trucco, manicure e pedicure, tatuaggi e poi tutto per i capelli dall'extension alle ciocche brillanti.
Faccio fatica a crederci, non riesco a pensare che una madre o un padre pensino di portare i loro figli a farsi fare un massaggio al cioccolato o un pediluvio ai petali di rosa. Che modo di passare il tempo è? Cosa stanno imparando quei bambini? Si staranno divertendo?
Invece è tutto vero. E i genitori, stando alle dichiarazioni, ne sono entusiasti. Sentite cosa dice la mamma di Elisa (6 anni): "Io e le bambine abbiamo fatto un patto. Quando c’è scuola non bisogna esagerare. D’estate sono permesse anche le extension colorate" Certo perchè lo smalto alle dita di piedi e mani invece è una cosa proprio discreta.
Ho visto un documentario della serie Vanguard su Current TV (lo potete vedere integralmente al fondo del post) che tratta il tema degli psicofarmaci somministrati ai bambini, ritenuti, iperattivi perchè colpiti dalla sindrome ADHD (Sindrome da Deficit di Attenzione e da Iperattività).
Devo dire che quanto emerso dal documentario mi ha fatto una certa impressione, sia per il fenomeno dell'iperattività infantile in sè sia per il delicato tema di come curarla.
Alcuni dati che sono riuscito ad appuntarmi durante la visione che danno un'idea dell'entità del problema:
- nell'ultimo anno negli USA sono state scritte 20 milioni di ricette per psicofarmaci da dare a bambini, cioè il 10% della popolazione infantile - 11 milioni sono i bambini che hanno assunto tali farmaci. - 2,1 miliardi $ è il giro d’affari per la vendita di psicofarmaci stimolanti per bambini nei soli Stati Uniti - in Italia i bambini curati con psicofarmaci sono circa 15.000 - in lombardia i bambini colpiti da ADHD sono 24.000 - l’Italia è il 5° mercato farmaceutico al mondo per fatturato delle multinazionali produttrici (fonte:Nomisma)
Vista la vastità del fenomeno, l'indagine di Vanguard cerca di capire le differenze fra la strada farmacologica e quella pedagocica, intervistando esperti e genitori.
Come sempre le posizioni sono diverse, c'è chi sostiene che i farmaci siano necessari, chi dice che siano estremaente nocivi, chi sostiene che la strada vincente sia adottare un mix dei due approcci.
Alcuni passaggi mi hanno fatto molta impressione: spesso viene diagnosticata la sindrome ADHD a bambini semplicemente vivaci che rischiano di doversi sottoporre a terapie basate su psicofarmaci
gli psicofarmaci in questione hanno effetti collaterali pesanti: creazione di dipendenza, elevata tossicità, danni epatici, alterazioni sensoriali. Il 25% dei giovani pazienti italiani ha dimostrato dipendenza come riportato dall'ufficio studi Glaxo.
la pressione delle case farmaceutiche per esaltare oltre misura la sindrome ADHD al fine di allargare il numero di potenziali "clienti". Famigerato il caso di corruzione negli Stati Uniti legato al farmaco Ritalin della Novartis al fine di far passare sotto silenzio gli effetti nocivi del farmaco.
Ma l'affermazione che più di tutte mi ha inquietato è la seguente: "La Food and Drug Administration (FDA), non ha mai approvato la somministrazione di stimolanti per la fascia sotto i sei anni, eppure il Ritalin viene somministrato ora anche ai lattanti."
E' arrivato il momento di comunicarlo: iBabbo diventerà babbo-bis!
Rientro quindi, a pieno merito, nella categoria dei futuri papà e lo faccio con enorme entusiasmo.
Pensavo che un bel giorno la Baby mi chiederà come è nata la sua sorellina e, quando me lo chiederà, sarà troppo presto per dare spiegazioni scientifiche, allora ricorrerò alle immagini di questo video delizioso, dura solo 47 secondi e vi assicuro che mertia di essere visto fino all'ultimo frame.
Se volete sapere come è stato fatto (il video... non il bambino!), trovate qui la storia.
(Red) è un'iniziativa benefica che ha lo scopo di raccogliere una percentuale sull'acquisto di numerosi prodotti e devolvere quanto raccolto per la lotta all'AIDS in Africa, essenzialmente per comprare e distribuire farmaci antiretrovirali. Quando un consumatore acquista un prodotto Red di fatto contribuisce a questa causa e senza alcun extracosto, perchè sono le aziende aderenti che devolvono tale percentuale alla causa.
Vorrei segnalare la bella iniziativa di Bugaboo che ha inserito il suo passeggino Camaleon fra i prodotti marchiati (Red).
Chi mi legge già conosce la mia passione per questi prodotti. Lo so che alcuni di voi mi accuseranno di fare un marchetta, ma vi posso assicurare che non è così... E' solo che adoro questo passeggino. Per correttezza,però, devo dire che mentre il mio entusiasmo aumenta dopo ogni volta che lo uso quello della iMamma tende a scemare perchè dice che il Buga ha la colpa di non passare per la porta del nostro ascensore e quindi ogni volta va smontato... ma si sa che il Bugaboo è un aggeggio pensato essenzialmente per i padri!
Qualche sera fa ho dovuto portare la Baby al pronto soccorso pediatrico dell'Ospedale Buzzi a Milano. La piccola aveva battuto la testa contro uno spigolo e mi sono molto spaventato, anche se a vederci sembravo più traumatizzato io per la paura che lei per la botta...
Di questo incidente ne vorrei parlare in seguito, e vorrei soffermarmi su un bell'episodio accaduto durante quell'infelice serata.
Aspettavamo il nostro turno per la visita e l'umore non era al massimo: come detto io ero terrorizzato, la iMamma era preoccupata non tanto per l'accaduto ma che la bambina si prendesse l'influenza visto che la sala d'aspetto era piena di piccoli malatini e la Baby era stanca ma iperattiva e non c'era modo per farla stare tranquilla.
Improvvisamente è arrivato un gruppo di 4 clown che si sono messi a giocare con bambini e genitori allietando la lunga e spiacevole attesa.
Ho fatto quattro chiacchiere con questi clown che mi hanno raccontato di essere dei volontari dell'associazione Veronica Sacchi. In questa Onlus si insegna a fare i pagliacci e a rapportarsi con bambini e contesti difficili: pronto soccorso, corsie di ospedale, orfanotrofi, carceri per i aiutare ad alleggerire la tensione nei colloqui fra genitori reclusi e figli.
Questi ragazzi tutte le sere girano i pronto soccorso pediatrici milanesi portando del buon umore agli astanti e vi posso assicurare che l'ambiente l'altra sera al Buzzi, appena sono comparsi, si è fatto vermante leggero e il tempo è passato più in fretta.
Inutile dire che chi si divertiva di più con i clown non erano i bimbi, ma i padri...
Complimenti a questi ragazzi.
PS: la testa della Baby sembra essere a posto. Io continuo ad essere preoccupato. Che brutto essere ipocondriaci e genitori...