Vorrei aggiungere inutili parole riguardo la polemica che il pezzo di Concita De Gregorio sui Soliti Idioti ha scatenato in Rete.
Prima, però, due brevi quanto doverose premesse:
1) ho enorme stima per Concita De Gregorio intellettuale e giornalista.
2) non amo i Soliti Idioti. Non mi fanno ridere. Non ne comprendo il successo.
Già dal titolo "Ripartiamo dai seienni" avevo capito che mi sarei trovato in disaccordo con le tesi esposte. In estrema sintesi De Gregorio ci dice che è una generazione perduta quella che ama e si riconosce nei deprimenti protagonisti de "I Solito Idioti". Questi milioni di ragazze e ragazzi sono privi di intelletto, di sensibilità e di cultura. Tutto da buttare e speriamo nelle generazioni successive.
A me questi discorsi sembrano quelli delle nonne di ogni tempo che ci dicevano "ai miei tempi la gioventù era meglio..." o quello dei genitori di sempre che ripetono "quando io ero giovane però...".
Quando la smetteremo di giudicare i giovani dell'oggi con gli occhi e la mente dello ieri? La giovinezza alla quale abbiamo appartenuto è per definizione la più bella e migliore possibile. Ma lo è per noi, non per chi ci ha preceduto nè per chi verrà dopo di noi.
Ogni generazione ha avuto i suoi lati intellettualmente bui, ma tutte hanno espresso qualcosa di buono nonostante, per esempio, i vari "Drive-In" o "Non è la RAI", solo per fermarmi agli anni '80 e '90.
Inoltre, vorrei ricordare che l'impoverimento culturale in questo Paese sembrerebbe essere trasversale e appartenere a tutte le età. Se i soliti idioti vano bene per gli adolescenti, il Grande Fratello è cosa da trentenni, passando per le "Vacanze di Natale" che sono roba da quarantenni fino ad arrivare a un pubblico più anziano che va matto per il Bagaglino.
Dimostrato che l'orrido piace a tutti, eviterei di gettare la croce sui "giovani d'oggi"...
PS: le mie figlie stanno nella soglia di sicurezza dei 3 anni, ma giuro che manterrò la tesi anche quando saranno adolescenti e le vedrò ridere per cose che mi faranno rabbrividire.