Il tutor è nuova figura professionale che si sta affermando oltreoceano che ha il compito di accelerare alcune capacità intellettuali dei bambini rendendoli in grado di leggere e di avere basilari nozioni di matematica già intorno ai 3 anni.
Migliaia di genitori ambiziosi e ansiosi pensano che sia necessario garantire una formazione specifica ai loro figli in modo da dare loro più opportunità per il futuro e da renderli fin da subito competitivi in modo da avere più probabilità di essere ammessi, in futuro, in un ottimo college o di trovare il miglior lavoro possibile. Questi padri e madri pensano che non sia più sufficiente imparare giocando, ma ritengono di dover accelerare il processo cognitivo.
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E' tutto vero. Esiste un'industria dei tutor che genera un business in rapidissimo sviluppo.
Mi soffermerò sul caso dei centri, di ispirazione giapponese, Kumon il cui ambizioso motto è "Matematica. Lettura. Successo". In queste palestre per piccoli geni si applica un efficente metodo per insegnare la matematica e, testualmente, "liberare tutto il potenziale dei vostri figli". I centri Kumon sono circa 1.300 in territorio americano.
Per capire l'approcio e i servizi offerti basta leggere, nel sito di Kumon, la pagina dove vengono riportate le domande più frequenti dei genitori. Qui le parole più usate, naturalmente riferite ai bambini, sono: performance, potenziale, sviluppo di skills, potenziamento, auto-motivazione, sessioni di studio, compiti, esami.
Per ottenere i massimi risultati dal metodo Kumon è necessario portare 2 volte alla settimana il bambino alle lezioni e fargli fare per i restanti 5 giorni i compiti per 20 minuti al giorno. Si consiglia di iniziare il più presto possibile, e comunque intorno ai 3 anni.
Fortunatamente, non mancano considerazioni critiche da parte di specialisti e psicologi che sostengono la pericolosità di tale approccio. Esistono studi che dimostrano come i bambini che partcipano a questi corsi siano più ansiosi e meno creativi rispetto ai bambini che frequentano semplicemente l'asilo.
Un'altra, concreta, preoccupazione è che il sistema di business che si sta generando faccia in modo di creare la necessità artificiosa di anticipare sempre più le fasi dell'apprendimento della lettura e della matematica.
Forse noi genitori dovremmo limitare le ambizioni a noi stessi e non trasferlirle sui nostri figli...
Forse?!
RispondiEliminaMaria Montessori che avrebbe detto????
RispondiEliminaIo credo nel valore dell'ozio (addirittura la noia), come spazio per la fantasia, l'inventiva e il gioco, tutte cose che si sviluppano anche (ma non esclusivamente, è ovvio) per assenza.
I figli sono contenitori da riempire o sono esseri umani da osservare e amare?
Quale è il "rendimento" nel lugo periodo di questi sistemi di insegnamento?
Sono perplessa...
Lisa