domenica 28 febbraio 2010

Padri e pannolini

Nel rapporto fra padri e pannolini c'è molto di antropologico, sociologico e culturale.

Il pannolino è una cartina tornasole che segna le differenze fra donne e uomini, fra uomini di diverse generazioni e fra uomini fra loro contemporanei.

Fino a pochi anni fa un padre che cambiasse un pannolino avrebbe perso le sue prerogative virili, un capofamiglia non avrebbe mai potuto preoccuparsi del patello. Nè una donna, madre e moglie di altri tempi si sarebbe azzardata a chiedere aiuto per cambiare un neonato.
Non credo che fossero babbi pigri o schizzinosi, doveva essere proprio una questione di ruoli, di regole non scritte ma così forti da modellare l'organizzazione sociale e familiare del tempo.

Per i papà del terzo millenio è un po' diverso, tutti hanno cambiato un pannolino, alcuni lo fanno sempre, altri hanno dovuto negoziare l'ingrato compito con altre mansioni. Il mondo è cambiato, e con esso il fatto che padri e madri hanno gli stessi doveri di fronte a un bebè da cambiare.

Se, però, l'atto di cambiare il pannolino ha segnato una effettiva parità altrettanto non si può dire per tutto ciò che ruoto ad esso. Per esempio, non conosco padri che scelgano quale pannolino comprare, che ne conoscano taglie, prezzi, pregi o difetti delle varie marche. Tutto l'aspetto "intellettuale" che determina la scelta del patello non sfiora la mente maschile.

Io non faccio differenza, anche io sono un operaio del pannolino. Tolgo e metto, punto. Le strategie le fa la iMamma.



A breve la Baby avrà una sorellina, i pannolini raddoppieranno e forse sarà opportuno che anche io aumenti le mie competenze in fatto di pannolini...




mercoledì 17 febbraio 2010

Bambini e alimentazione: i danni del cibo spazzatura

Ho da poco scritto un post nel quale esprimevo lo scoramento per le sorti del nostro Paese e la scarsa serenità nel farci nascere e crescere dei figli, ma nel prendere atto dello sfacelo in corso devo anche considerare alcuni dei lati positivi del vivere in Italia.

Senza essere particolarmente originale citerò l'alimentazione, la cultura del cibo che permette - o per lo meno ha permesso - di crescere bambini sani, di non avere l'obesità come piaga diffusa con impatti devastanti sul sistema sanitario e sul tessuto scociale.

Altrove non è così e faremmo bene a renderci conto quanto importane sia il nostro patrimonio di cultura e tradizoni legati alla qualità nel mangiare.

Vi invito a guardare il video, tratto dalle conferenze di TED, in cui Jamie Oliver racconta la drammatica (e non c'è enfasi in questo aggettivo) situazione relativa all'obesità, soprattutto a quella infantile.



Per chi non volesse vedere il video (ne vale la pena, davvero!) provo a riportare alcuni punti che mi hanno davvero impressionato:
  • l'aspettativa di vita dei bambin americani oggi è di 10 anni inferiore a quella dei loro genitori a causa del cibo
  • l'obesità costa al sistema sanitario 150 miliardi di $. Tale spesa è destinata a raddoppiare in 3 anni.
  • nei menu delle scuole le patatine fritte sono considerate verdure
  • molti mabini in USA e in UK non consocono neanche i nomi di molte verdure. Guardano una melanzana e pensano sia una pera. Chiamano patate i pomodori.
  • in tantissime scuole americane non si usano le coltelli e forchette. Così faceno si crea una sorta di educazione al concetto di fast food
  • nelle famiglie americane non si cucina, si manga junk food sempre.
  • 4 fra le prime 6 cause di mortalità negli USA sono correlate all'alimentazione

Alla luce di queste considerazione mi viene in mente un'altra delle tante cose per le quali devo ringraziare ogni mattina la iMamma che cucina in continuazione e a qualsiasi ora (pur lavorando), che prepara ogni giorno pappe fresche e diverse alla Baby, che non cede agli omogeneizzati e che fa mangiare le verdure a quel testone di suo marito.

venerdì 12 febbraio 2010

E' giusto crescere i nostri figli in Italia?

Osservo il disfacimento di questo Paese e mi pongo una domanda banale e proprio per questo atroce:
ma è giusto far crescere mia figlia in Italia?

Se penso al futuro dei nostri bambini non posso che farlo a tinte fosche:
qui si preferiscono i furbi e i simpatici agli onesti e ai seri
qui le madri non hanno diritti, aiuti o agevolazioni
qui la scuola non interessa a nessuno e si vuole cancellare la geografia perchè tanto c'è Google Maps
qui gli eroi (che per i bimbi sono importanti) sono i cattivi
qui la famiglia la si difende con slogan ma non esisotno piani e programmi per farlo davvero
qui l'educazione è considerata una vezzo da snob

Insomma che senso ha fare crescere dei figli in un contesto che si deteriora giorno dopo giorno?

Di seguito un estratto dal film "La meglio gioventù" che sposa appieno il mio sentimento che, forse purtroppo, non si è ancora tradotto in azione

martedì 9 febbraio 2010

Carnevale: le foto di Cynthia Perez


Le foto di questi bambini travestiti da carnevale sono un piccolo assaggio della collezione della fotografa messicana Cynthia Perez specializzata nei ritratti di bambini.


Vi invito a visitare il suo sito e dare un'occhiata ai suoi lavori.

Quando iniziano a parlare i bambini?

Ho inziato a farmi domande del tipo:

Quante parole dice la Baby?
Riesce a mettere insieme 2 parole?
Chi le sta intorno capisce cosa vuole dire?
Capisce quello che le dico?

Non che sia particolarmente preoccupato, ma credo che a quasi 18 mesi sia necessario fare un punto della situazione, capire a che punto siamo ed eventualmente intervenire.

Il problema è capire se esistono degli standard per determinare se lo sviluppo orale è in linea con una data età o meno.

Il New York Times ha recentemente un articolo su questo tema segnalando il sito della American Speech-Language-Hearing Association perchè fornisce una sorta di guida con le varie tappe che i bambini dovrebbero rispettare nei primi 3 anni di vita. Questi i range osservati: 0 -1 anno; 1 -2 anni; 2 -3 anni; 3 -4 anni; 4 -5 anni.

Per esempio i bambini fra i 12 e 24 mesi dovrebbero saper:
indicare una parte del corpo se viene loro indicata
eseguire semplici comandi ("dai una bacio alla mamma", "portami la palla", "dove la tua scarpina?")
Ascoltare semplici storielle e canzoni
Indicare un'immagine su un libro quando nominata
Dire nuove parole ogni mese
Comporre domande di due parole
mettere insieme due parole ("ancora biscotti")

Bisogna fare attenzione a questi indicatori ma è importantissimo evitare di spuntare questo elenco e apsettarsi che ogni punto venga rispettato: si tratta di indicazioni che rappresentano in media ciò che fa la maggior parte dei bambini di una certa età. Alcuni bambini saranno più avanti in alcune categorie e più lenti in altre. E' ben specificato sul sito che il fatto che vostro figlio non abbia completato l'elenco non vuiol dire che abbia dei problemi. Il campanello d'allarme potrebbe suonare se il piccolo non fa nessuna delle cose elencate trovandosi pur essendo al limite massimo del range di età (in questo caso 24 mesi).

Vengono anche forniti consigli (per lo più di buon senso) per aiutare i bambini a sviluppare le loro capacità.

In estrema sintesi si invita a concentrarsi prima che sulla parola sull'udito dei vostri gigli. In seconda battuta le raccomandazioni sono quelle di parlare e leggere loro e ascoltarli, sempre.

lunedì 8 febbraio 2010

Oh mio babbino caro (non sarò un padre geloso)

Ecco il mio mantra: farò di tutto per non essere un padre geloso e possessivo. Rispetterò gli spazi e le decisioni di mia figlia e saprò apprezzare la sua indipendenza e autonomia. Me lo ripeto sempre e lo scrivo qui a futura memoria.

Al di là dei buoni propositi, mi rendo conto che la storia delle figlie e dei padri è fatta di contrasti soprattutto in tema di cuore. Per esempio, Maria Callas intepreta perfettamente il sentimento di una figlia che chiede al babbo appaggio per le sue scelte d'amore.



Si tratta di "Oh mio babbino caro" un'aria dell'opera "Gianni Schicchi" di Giacomo Puccini.

Ecco il testo:
O mio babbino caro,
Mi piace è bello, bello;
Vo' andare in Porta Rossa
a comperar l'anello!
Sì, sì, ci voglio andare!
E se l'amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Mi struggo e mi tormento!
O Dio, vorrei morir!
Babbo, pietà, pietà!...


Ecco, vorrei proprio evitare che la Baby possa arrivare a dover fare certe suppliche a causa della mia ottusità. Ma credo che non ci sarà problema... perchè sono certo che la Baby riuscirà sempre a convincermi, a strapparmi un si e a farmi sorridere anche quando mi dovrei arrabbiare.

venerdì 5 febbraio 2010

La pipì e la popò sotto forma di peluche

Tempo avevo dedicato un post agli assurdi virus peluche. Credevo che di aver toccato il massimo del trash in tema di pupazzi. Mi sono dovuto ricredere.

Durante un recente viaggio nella civilissima Svezia ho avuto modo di scovare - in un bel negozio di design - gli imperdibili peluche dedicati alla pipì e alla popò.

Giuro, è tutto vero e testimoniato dalle foto da me stesso scattate.

Ho cercato di pensare perchè un genitore, uno zio, un amico debba prendersi la briga di comprare e regalare questi oggetti orrendi, ma non mi sono potuto dare alcuna risposta.

Mi aiutate?