domenica 31 gennaio 2010

Thomas Balmes: documentari sulla nascita e l'infanzia

Thomas Balmes è un noto documentarista che dopo numerose esperienze internazionali ha deciso di approfondire temi relativi alla nascita e alla prima infanzia.

E' autore de "Il primo respiro", un documentario che esplora l'unicità e straordinarietà del momento in cui viene al mondo un bambino indipendentemente dalla latitudine in cui questo miracolo accade.

Nella primavera di quest'anno sarà disponibile il nuovo documentario che si preannuncia imperdibile: si chiama "Babies" e seguirà la vita di 4 bambini dal momento della nascita ai primi passi.

La peculiarità di Babies è che i 4 bambini appartengono a 4 luoghi della terra completamente diversi fra loro. I protagonisti sono:
- Ponijao che vive con la sua famiglia a Opuwo, un villaggio in Namibia
- Bayarjargai dalla Mongolia
- Mari, bambina giapponese di Tokyo
- Hattie, americanissimo bebè di S. Francisco

Lo scopo del documentario è quello di testimoniare le differenze nelle quali nascono e crescono questi bambini, ma anche quanto siano - allo stesso tempo - esistenze per lo più identiche nonostante l'ambiente circostante e le diverse culture.

Ecco il bellissimo trailer, da guardare fino alla fine...:


DI seguito anche il trailer de "Il primo respiro":

mercoledì 20 gennaio 2010

I nostri figli sono sempre connessi

E' appena apparsa sul New York times una interessante ricerca che dimostra come, negli USA, i bambini e ragazzi trascorrano online praticamente tutte le ore in cui sono svegli, con eccezione dell'orario scolastico (forse).

Mediamente il tempo trascorso connessi ammonta a più di 7,5 ore al giorno. 5 anni fa, sulla base della stessa ricerca, il tempo speso risultava inferiore alle 6 ore.

Attenzione, però, non è corretto solo 7,5 ore perchè come sappiamo bene più si è giovani più si è multitasking (i ragazzi per esempio parlano al cellulare e contemporaneamente navigano), questo porta il conteggio del tempo a ben 11 ore.

Un altro risultato, per me, sorprendente è che il consumo dei media è aumentato più fra il 2005 e il 2009 che fra il 1999 e il 2004, nonostante l'offerta di device sia esposa proprio nella prima metà del Duemila.


E' evidente quale sia la preoccupazione dei genitori di fronte a una tale esposizione ai media e a un così forte attaccamento ai device.

Da un lato è necessario prendere atto, come uno dei pediatri che ha preso parte alla ricerca, che l'uso dei media è ormai parte integrante dell'ambiente "naturale" dei bambini come l'aria che respirano e l'acqua che bevono. D'altra parte è necessario non abbandonare la consapevolezza di poter guidare i propri figli anche nella convivenza con le tecnologie dell'informazione. Per quanto difficile dare regole, orari e alternative rimane una condizione essenziale per permettere a bambini ed adolescenti di avere un rapporto sano con l'offerta dei media che li circonda.

Un'ultima considerazione mi ha fatto riflettere: il web .20 ha completamente cambiato il modo con cui i più giovani cercano risposte allo loro domande. Online possono trovare infinite risposte a qualsiasi quesito.

...forse è finita l'era dei papà che sanno tutto...